Elezioni politiche del 4 marzo 2018: tutte le indicazioni su 'come' si vota

23/02/2018

Le indicazioni utili per esprimere il proprio voto evitando che possa essere annullato. Si possono fare una o due croci: ma il voto disgiunto non è ammesso

Domenica 4 marzo 2018, dalle ore 7 alle 23, si voterà con la nuova legge elettorale (c.d. Rosatellum bis o 2.0), e secondo la ripartizione nei nuovi collegi elettorali, per l'elezione dei componenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati (diciottesima legislatura), in totale 630 deputati e 315 senatori, che poi si riuniranno per la prima volta il 23 marzo 2018 in seduta comune in Parlamento. Ricordiamo che nella stessa data si svolgeranno le elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia.

Come sarà fatta la scheda elettorale
Al seggio vengono consegnate all'elettore due schede, una per la Camera ed una per il Senato (se l'elettore ha compiuto i 25 anni). I modelli delle due schede sono identici: il nome del candidato nel collegio uninominale e, per il collegio plurinominale, il contrassegno di ciascuna lista o coalizione di liste ad esso collegate. A fianco di ogni simbolo di lista, sono scritti i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale (da 2 a 4 nomi).

Come esprimere il voto
Il voto si esprime tracciando un segno sul rettangolo contenente il contrassegno della lista e i nomi dei candidati nel collegio plurinominale. Il voto così espresso vale per l'elezione del candidato nel collegio uninominale e a favore della lista nel collegio plurinominale.

Se invece il segno viene tracciato solo sul nome del candidato nel collegio uninominale, il voto è comunque valido anche per la lista collegata. Se però ci sono più liste in coalizione, il voto è ripartito tra tutte in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna lista in tutte le sezioni del collegio uninominale.

Il doppio segno
Il doppio segno è ammesso. Se l'elettore traccia un segno sul rettangolo col nome del candidato all'uninominale e uno sul sottostante rettangolo con il contrassegno della lista e i nominativi dei candidati nel plurinominale, il voto è comunque valido a favore sia del candidato uninominale sia della lista. Se si traccia un segno sul contrassegno e un segno sulla lista di candidati nel collegio plurinominale della stessa lista, il voto è  valido a favore sia della lista sia del candidato uninominale.

Il voto disgiunto è nullo
Non è possibile tracciare un segno sul rettangolo col nome del candidato uninominale e un altro su un rettangolo contenente il contrassegno di una lista cui il candidato non sia collegato. In tal caso infatti il voto è nullo, in quanto per l'elezione della Camera e del Senato non è previsto il voto disgiunto.

Il 'peso' dei voti e lo sbarramento
Tutti i voti sono utili ma esiste uno sbarramento. Ciò significa che, per eleggere i propri candidati con il sistema proporzionale, una lista deve ottenere almeno il 3% dei voti su base nazionale per la Camera. Lo stesso vale per il Senato, ma in questo caso può ottenere seggi anche se in una sola regione ottiene almeno il 20% dei voti, pur non toccando quota 3% su base nazionale.

Esiste uno sbarramento anche per le coalizioni, fissata al 10%, purché almeno una delle liste ottenga almeno il 3% su base nazionale. Tra le liste minori, ricordiamo che chi ottiene meno del 3% ma più dell'1%, contribuirà con i propri voti al "totale" della coalizione, che ovviamente premierà le liste più forti. Il discorso non vale, invece, per chi prende meno dell'1%.